Per costruire una casa sana bisogna collocare l’edificio a una giusta distanza da fonti elettromagnetiche come elettrodotti, ripetitori della TV o dei telefonini, linee ferroviarie, radar, ecc. Esistono diversi tipi di campi elettromagnetici: quelli ad alta e a bassa frequenza.
Alte frequenze
Le frequenze delle telecomunicazioni sono comprese tra 100 KHz e 300 GHz e vengono definite “radiofrequenze”. Permettono il funzionamento di cellulari, Wi‐Fi, tablet, radar, contatori digitali e 5G.
In Italia esistono leggi che ci tutelano dai campi elettromagnetici. I limiti previsti però non sono sufficienti in quanto sono calcolati solo in funzione del riscaldamento prodotto dal campo elettromagnetico, ma ci sono molti altri effetti oltre a quello termico. I limiti sono stati calcolati sul riscaldamento prodotto in fantocci riempiti di un liquido proteico che dovrebbero simulare il corpo umano, senza considerare che quest’ultimo funziona non solo chimicamente ma anche per mezzo di forze elettromagnetiche che subiscono pure le interferenze dei campi elettromagnetici artificiali anche a basse potenze.
I limiti italiani, tuttavia, fino a prima del decreto sviluppo del governo Monti (D.L. 179 del 18/10/2012) erano più cautelativi e prevedevano per le installazioni di radiofrequenza (antenne, radar, ripetitori, hot spot del Wi‐Fi, Wi‐Max, ecc.) un limite massimo di esposizione generica di 20 V/m e un limite di 6 V/m nel caso di ambienti ove si soggiorna perpiù di 4 ore.