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10.10.2024, nuova dimensione

La parola chiave del progeto certosino è quies. Il dizionario ci segnala come possibili traduzioni della parola latina: riposo, sonno, sogno o, ancora, pausa, tregua, cessazione, inattività, inerzia, addirittura pigrizia. Insomma, un orizzonte lessicale che si avvicina molto ai tanto pubblicizzati “divani” che sembrano costtuire il miraggio di tanti (troppi?) di noi in questo tempo forsennato. Un obiettivo, insomma, davvero “al ribasso”, minimalista, che farebbe della Certosa un buen retro, magari stellato, ma nient’altro che un modo per rilassarsi, magari condito di elementi spirituali, come accade in non pochi resorts che vanno per la maggiore. No, la Certosa non è una spa, ma un luogo dove si punta a un obiettivo altissimo e, di questi tempi, decisamente controcorrente.

Quies, infatti, nella prospettiva certosina, è tutt’altro che una meta di ripiego o una pausa nella corsa della vita. Al contrario, essa racchiude un’idea totalmente opposta di cosa precisamente sia la vita. Così la descrivono le monache certosine in uno dei loro siti internet: «un’attenzione tranquilla e calma della mente in Dio, favorita dalla preghiera e dalla lettura lenta che conduce al riposo dell’anima in Dio: riposo nella semplicità, divinizzato e gioioso, che in un certo modo fa toccare con mano ai monaci la bellezza della vita divina». E ci ricorda, tra l’altro, che non c’è alcuna differenza o separazione tra i vivi e i morti.


Articolo completo si trova nell'edizione 149 del 2025 alle pagine 4 - 7.

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