La serie di crolli degli ultimi anni, culminata in quello di una campata dello straordinario ponte Morandi a Genova, diffonde la diffidenza per le tecnologie contemporanee e il timore per la durata e la resistenza nel tempo delle costruzioni in cemento armato. Da un paio di decenni, il progetto di un manufatto non è più separato dai suoi aspetti specialistici e va corredato dal piano sulla sicurezza oltre che dal programma sulla manutenzione e dalla contestualizzazione. Il problema però non si riduce a solo una questione tecnologica, ma comprende l’aspetto culturale e una corretta gerarchia fra i valori, una giusta attribuzione delle risorse, chiarezza e semplicità nelle regole. L’Italia invece prosegue nell’incredibile accumulazione di leggi anziché impegnarsi nel generare consapevolezza etica e responsabilità morale, unico efficace contrasto alla corruzione. Nel nostro paese, la prassi di frazionare le varie fasi del progetto, un Codice degli appalti inadeguato e una mancanza di opere pubbliche “esemplari”, sono gli aspetti problematici da risolvere per pervenire ad un efficace Codice della Progettazione.
Il ponte Morandi insegna
La responsabilità morale, efficace contrasto alla corruzione
di Massimo Pica Ciamarra
Articolo completo si trova nell'edizione 111 del 2018 alle pagine 2 - 5.