Per la vita delle città ferite

Civitas più che urbs

Ecco, la mia confusa meditazione sulla possibilità di ricostruzione della città, che è particolarmente appassionata per il condiviso ricordo oggi degli abitanti di quella porzione vastissima del nostro paese lacerato dai recenti terremoti, prende le mosse da una delle pagine più belle del viaggio di Simone Martini nella fantasia poetica di Mario Luzi, un viaggio terrestre e celeste, come lascia intuire il titolo di quella splendida raccolta della sua ultima stagione creativa. Ricompare anche in quelle pagine preziose il tema a lui carissimo della città, quell’idea e quell’immagine di città su cui egli si interroga da un capo all’altro della sua riflessione e della sua scrittura.

L’idea e l’immagine della città per me non è mai stata tanto quella puramente paesistica, quanto il suo insieme e la sua comunità. È stata sempre civitas più che urbs. E può benissimo dirsi immagine agostiniana. La città è un corpo, percorso da diverse pulsioni dell’agire umano e storico, ma è anche realtà illuminata dalla natura. È vero che il mio destino è stato più quello di segnare come auspicio i termini vitali della città, mentre dati storici o di cronaca osservati mi hanno più spesso significato l’offensiva del male, nelle sue diverse forme. La città sotto l’azione della violenza e della corruzione si disgrega, come Alessandria in Ipazia, come la città moderna, Firenze, sotto l’alluvione. La raffigurazione, naturalmente, è reale e simbolica nello stesso tempo e vuole denunciare che la città umana senza idea vitale si sfascia.

A margine di questo sguardo così altamente ispirato devo precisare come la mia passione per la civitas scaturisca dal semplice fatto che il Signore mi dona di contemplare ogni giorno dalle finestre del mio monastero non il tipico deserto monastico, ma la città e dunque una civitas da guardare con quell’amore teologale che rende, dovrebbe rendere, la nostra pupilla simile alla pupilla di Dio, ubi amor ibi oculus, come mirabilmente sentenzia Riccardo di San Vittore.

Articolo completo si trova nell'edizione 147 del 2024 alle pagine 6-13.

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