“Futuri sostenibili – Non lasciare indietro nessuno”; questo è il motto del Il Congresso mondiale tenutosi a Copenaghen , capitale dell’architettura UNESCO 2023, durante il quale architetti provenienti da vari paesi si sono confrontati sui temi concernenti la lotta ai cambiamenti climatici , lo sviluppo dei processi di inclusività, il superamento delle disuguaglianze sociali e come conseguenza ripensare il futuro delle città e dell’ambiente attraverso modelli innovativi e per ultimo la salvaguardia del territorio. La grandezza dell’evento non sempre ha permesso, però, di giudicare la qualità dei contenuti e soprattutto di stabilire di quale sostenibilità abbiamo bisogno tutti: quella ambientale, quella sociale o quella lavorativa. Tra i tanti esempi che possiamo indicare per stabilire che il Congresso è stato un grande contenitore di idee ma anche di contraddizioni, possiamo citare sia l’elevato costo dell’evento, ma soprattutto , che il futuro prossimo non può essere uguale per tutti perché le disparità fra nazioni e fra regioni delle stesse (Sud-Nord) sono numerose, una per tutte: le urgenze abitative del Sudan , ad esempio , non sono uguali a quelle della Cina. L’evento dalla portata incredibile quest’anno ha preso il titolo di “Sustainable futures – Leave no one behind” e ha visto oltre 6000 partecipanti da circa 135 paesi, con 150 sessioni di confronto tra plenarie e parallele , animate da più di 400 speakers.
È difficile scendere nel dettaglio di ognuna delle attività che si sono svolte durante i giorni del Congresso e seguire ognuno degli eventi , ma ci si può concentrare sul tema generale che ha ruotato intorno ai 17 obiettivi strategici per lo sviluppo so- stenibile deliberati dalle Nazioni Unite nel 2015 e che pongono traguardi da raggiungere per il 2030 . Questi obiettivi , alla maggior parte degli Architett * e professionisti* del mondo delle costruzioni, sembrano essere distanti, invece c’è uno stretto rapporto tra questi e la vita dell’uomo che dovrebbe starci a cuore.