The Laboratory of the Future

18. Biennale Architettura di Venezia La decolonizzazione: impariamo ad imparare

Fin dalla scelta del titolo, “The Laboratory of the Future”, Lesley Lokko, la curatrice della 18. Biennale Architettura di Venezia, ha mostrato una forte sensibilità per il grande tema ambientale e per il futuro che a questa questione è ineluttabilmente connesso. La stessa mostra è stata interpretata come un “agente di cambiamento” rispetto all’urgenza della de-carbonizzazione, sensibilizzando i visitatori a proposito delle emissioni relative ai loro spostamenti e impegnandosi “a sperimentare sul campo un percorso per il raggiungimento della neutralità carbonica”. Inoltre, per la prima volta, l’attenzione della grande esposizione è rivolta alle voci che, nel corso della storia, sono state emarginate e ghettizzate dalla ricerca architettonica mainstream, a cominciare dalle ricerche africane. Da qui, accanto al tema cruciale della de-carbonizzazione, la curatrice si è concentrata su un altro tema tanto importante quanto assente dai nostri giorni, la decolonizzazione. Scrive la Lokko: […] Per la prima volta, i riflettori sono puntati sull’Africa e sulla sua diaspora, su quella cultura fluida e intrecciata di persone di origine africana che oggi abbraccia il mondo. Che cosa vogliamo dire? In che modo ciò che diremo cambierà qualcosa? E, aspetto forse più importante di tutti, quello che diremo noi come influenzerà e coinvolgerà ciò che dicono gli “altri”, rendendo la Mostra non tanto una storia unica, ma un insieme di racconti in grado di riflettere l’affascinante, splendido caleidoscopio di idee, contesti, aspirazioni e significati che ogni voce esprime in risposta ai problemi del proprio tempo? […] Spesso si definisce la cultura come il complesso delle storie che raccontiamo a noi stessi, su noi stessi. Sebbene sia vero, ciò che sfugge a questa affermazione è la consapevolezza di chi rappresenti il “noi” in questione. Nell’architettura in particolare, la voce dominante è stata storicamente una voce singolare ed esclusiva, la cui portata e il cui potere hanno ignorato vaste fasce di umanità – dal punto di vista finanziario, creativo e concettuale – come se si ascoltasse e si parlasse in un’unica lingua.

Articolo completo si trova nell'edizione 141 del 2024 alle pagine 4-13.

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