L’architettura come ricerca

La riqualificazione dell’ex tabacchificio ATI di Cervinara

La storia millenaria del tabacco è lunga e variegata e allo stesso modo lo è la storia dei tabacchifici, costruzioni dove avveniva l’ultima fase della lavorazione della pianta dopo essere stata coltivata, essiccata e selezionata e da dove usciva il prodotto finito. All’inizio le sedi deputate a tale operazione, sorte in tutto il territorio italiano anche prima dell’unificazione, potevano essere luoghi fortuiti, piccoli edifici, caserme dismesse e anche conventi. Dopo la prima guerra mondiale, ma soprattutto dopo la seconda guerra, ebbe inizio un processo di riorganizzazione del settore, delle strutture edilizie fino ad arrivare alla sostituzione degli inefficienti e desueti impianti con la costruzione di fabbriche moderne ed efficienti atte a soddisfare la richiesta sempre crescente del manufatto. Dopo gli anni settanta, terminato il grande successo del fumo, iniziò il declino della produzione del tabacco tanto da terminare definitivamente tra gli anni ’90 e gli anni 2000.

La lavorazione del tabacco ha lasciato un incredibile patrimonio architettonico in tutta la nostra penisola, ora dismesso e per lo più in rovina, che passa quasi sempre inosservato perché presenta una struttura architettonica semplice e regolare anche se di notevoli dimensioni. Si tratta di un patrimonio ingente che potrebbe e dovrebbe trovare un diverso utilizzo con l’aiuto di privati e/o delle istituzioni sia per cercare di evitare l’abbandono e il conseguente degrado sia per estirpare le speculazioni e l’immotivato abbattimento, mirando ad una grande opportunità territoriale e sociale come già avvenuto per la riqualificazione dei fabbricati rurali. 

Articolo completo si trova nell'edizione 143 del 2024 alle pagine 52-61.

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