Il villaggio tra le zolle: l’eremo sociale

Fraternità vissuta

Nomadelfia, neologismo composto da due parole greche significa: “legge della fraternità”. Mentre ero in viaggio in macchina per l’isola d’Elba, dove con i miei passavo spesso le vacanze estive, ogni volta mi saltava sempre all’occhio il cartello stradale con l’indicazione per Nomadelfia. Grande era la mia curiosità e la voglia di sapere, ma le mie domande ricevevano risposte vaghe e non appaganti: forse un insediamento di nomadi, forse un residence per turisti facoltosi. E solo recentemente ho scoperto qualcosa di meraviglioso: Nomadelfia era ed è una grande famiglia coesa e condivisa guidata da una sola legge che è quella della fratellanza.

Oggi Nomadelfia, nata negli anni 30 nei pressi di Carpi nel Modenese, fondata da don Zeno Saltini, si trova a pochi km da Grosseto ed è composta da 270 persone, organizzate in 50 famiglie che hanno come obiettivo costruire una nuova civiltà che si orienti sull’unica legge della fratellanza. Il borgo e le sue attività si estendono su quattro km quadrati. Se le cose vengono consumate da una persona sola non bastano, se vengono utilizzate da molti e condivise bastano a tutti. Questa è la legge applicata a Nomadelfia, vista spesso come un borgo chiuso. Ma non è così perché esso nasce per gli altri. È un luogo in cui i doni e i beni della terra vengono condivisi dalla comunità. Molti giovani che oggi studiano alle università sono nati a Nomadelfia dove hanno frequentato la scuola familiare e avendo sostenuto gli esami da privatisti presso la scuola pubblica, hanno potuto continuare gli studi nelle scuole superiori, presso i licei e le università pubbliche. Alcuni di loro vivono a Roma presso il gruppo famiglia a Monte Mario, luogo donato da Papa Wojtyla alla comunità di Nomadelfia. La frequentazione del mondo esterno dà loro tante possibilità di tessere relazioni con coetanei con cui intrecciare altre esperienze di vita. Il più importante palcoscenico è la vita di ogni giorno. E la notizia della nuova civiltà va diffusa per le strade del mondo.

Articolo completo si trova nell'edizione 143 del 2024 alle pagine 24-35.

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