L’esperimento di Nomadelfia

L’utopia porta avanti il mondo

Il mio incontro con don Zeno e la comunità di Nomadelfia risale al 12 agosto 1980 a Castelgandolfo in una udienza estiva che papa Giovanni Paolo II aveva concesso ai giovani dell’opera Giorgio La Pira, insieme alla comunità di Nomadelfia. In quell’occasione papa Giovanni Paolo II ringraziò calorosamente don Zeno e la sua comunità di Nomadelfia, dicendo: “Chi non conosce don Zeno e le sue varie vicende per fondare “Nomadelfia” e tentare un esperimento di vita umana e cristiana dove la legge sia solamente e totalmente la fraternità e l’amore? Questo sappiamo di certo: che da quando fu iniziato tale esperimento, quattromila ragazzi abbandonati hanno trovato una famiglia. […] La vostra gioia, il vostro entusiasmo sincero e appassionato mi sono di grande conforto”.

Don Zeno, fondatore e padre di Nomadelfia, nacque a Fossoli di Carpi (Mo) il 30 agosto 1900 e morì a Nomadelfia il 15 gennaio 1981. Papa Francesco nella sua visita a Nomadelfia il 10 maggio 2018 affermò: “La Legge della fraternità, che caratterizza la vostra vita, è stato il sogno e l’obiettivo di tutta l’esistenza di Don Zeno, che desiderava una comunità di vita ispirata al modello delineato negli Atti degli Apostoli: «La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune» (At 4,32)”.

Il noto giornalista e conduttore televisivo Enzo Biagi, amico di don Zeno, ha scritto: “Ho sempre pensato che gli unici tre veri rivoluzionari dell’Italia del Novecento siano stati tre preti: don Zeno Saltini, don Lorenzo Milani e don Primo Mazzolari”.

Articolo completo si trova nell'edizione 143 del 2024 alle pagine 22-23.

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