“La casa è anzitutto un luogo fisico….. è fatta della nostra stessa sostanza”: è un’affermazione che ci rimanda a quelle società tradizionalmente definite di interesse antropologico, dove l’edificio abitativo è costruito facendo ricorso a materiali naturali, caratteristici del luogo o a materiali di riciclo. Ne sono un esempio le case Swahili, che si trovano sulla costa del Kenia che utilizzano le mangrovie e le foglie di palma, oppure le costruzioni di mattoni di fango e paglia delle zone della Mesoamerica, oppure nello Yucatàn dove vengono utilizzati piccoli tronchi legati da liane, sassi calcarei, terra battuta e foglie di huano o zacate. Un esempio straordinario è la casa Maya, pensata come un essere vivente e come tale va nutrita, un passo necessario per la sua costruzione e mantenimento.
La casa da nutrire
Spazi abitativi nelle culture non occidentali
di Fabio Pittirino
Articolo completo si trova nell'edizione 78 del 2012 alle pagine 26 - 29.