“Bioarchitettura” è un termine coniato da Sasso, Ugo negli anni ’80, importando, dalle regioni nordiche, il concetto della Bau – Biologie, letteralmente biologia della costruzione. L’architettura biocompatibile ed ecosostenibile, pone particolare attenzione sia alle tecniche costruttive, sia alle componenti culturali, formali, storiche e antropologiche; la ricerca sui materiali, sulle tecniche, sugli impianti possono essere affinate sempre più, ma oggi, la fase pionieristica della bioarchitettura si è conclusa. Ora, la bioarchitettura ricerca la sua spazialità, un “carattere”, una propria “tonalità”, un sistema di riferimento certo. L’architettura, come la musica, deve riacquisire la libertà di ornarsi, senza copiare le “musiche” del passato: la bioarchitettura - architettura vuole trovare una tonalità, senza produrre progetti storicizzati, ma radicati nella tradizione. L’architettura deve ritrovare il suo “sistema tonale” e la giusta “tonalità” per ogni luogo.
Per ritrovare la tonalità
Tra musica e bioarchitettura oggi
di Massimo Carli
Articolo completo si trova nell'edizione 53 del 2008 alle pagine 4 - 11.