La Carta di Atene del 1933, redatta in occasione del IV CIAM, postulava un utopico e trasparente rapporto tra città e società: dieci anni dopo Le Corbusier pubblicava una sua Carta di Atene dove distingueva dei punti fondamentali quali la distinzione tra abitare, lavorare, ricrearsi, circolare e considerare l’abitazione come elemento base di ogni struttura urbana. Tutto ciò ha programmaticamente trascurato le relazioni interpersonali, le integrazioni polifunzionali e contestuali e appiattito le interrelazioni spaziali sulla semplice mobilità urbana. Disgregando l’architettura e l’organismo urbano nelle sue componenti elementari, ogni nuovo intervento è inevitabilmente rimasto “periferia”.
Le Corbusier e la continuità interrotta
di Ugo Sasso
Articolo completo si trova nell'edizione 41 del 2005 alle pagine 26 - 29.