Rivista Bioarchitettura® 121/122
Indice Contenuti
Wittfrida Mitterer, Massimo Pica Ciamarra 2-5
Fritjof Capra, Hazel Henderson 6-11
Paolo Saraceno 12-15
L’eredità visionaria di Yona Friedman
Massimo Pica Ciamarra 16-21
Salvatore Cusumano 22-31
Florian Nagler 32-41
Matilde Jung 42-47
Monica Carmen 48-53
Paolo Robazza 54-59
William-Jacopo D'Alessandro 60-65
Mario Pasquale Martorano 66-71
Il quartiere sostenibile 15 anni dopo
Marco Bughi 72-79
Una scuola-famiglia attorno al mango
Avelino Bassols 80-87
Sviluppo tecnologico versus sostenibilità
Fiorenzo Marinelli 88-91
Un numero doppio, denso, spaziale… che “viaggia” tra narrazioni scientifico-letterarie ed esempi progettuali. Fritjof Capra ci provoca con un saggio sulla “pandemia vista dal 2050”, Paolo Saraceno con una riflessione sui possibili “destini” della specie umana: dall’auto-distruzione ai viaggi interstellari millenari. A pochi mesi dalla scomparsa di Yona Friedman, uno dei protagonisti del CIAM, Massimo Pica Ciamarra ripercorre le tappe biografiche e concettuali di un architetto visionario: dalla critica alla comunicazione globale alla Ville spatiale, la città aerea che sorvola il suolo e si espande attraverso processi di autocostruzione.
Resilienza, ossia la capacità del vivente di rigenerarsi e rigenerare è la chiave del modello ecosistemico ma anche il filo rosso che unisce tutti i diversi contributi. Tra questi La Casa Techo Invernadero a Bogotá degli architetti Sebastian Contreras Rodriguez, Carlos Hernan Betancourt e Aldo Marcelo Hurtado è un prototipo di abitazione sociale rurale che fa tesoro del modo tradizionale di vivere nelle aree agricole ai piedi del Sumapaz Páramo, il più grande ecosistema montano della cordigliera andina; MaxAcht è un progetto di architettura e un sogno collettivo che si realizza a Stoccarda grazie a un gruppo di 30 persone e un edificio “bio-riciclabile” in legno, in grado di essere montato o smontato riutilizzando ogni sua parte. Ai piedi della montagna bavarese incontriamo invece la Langes Haus un intervento di recupero accurato e sensibile dell’architetto Florian Nagler che dà nuova vita e funzioni ad un’antica azienda agricola. Proseguiamo andando ad Andenes, una piccola città, affacciata sul mare di Norvegia, che occupa la punta più settentrionale dell’isola di Andøya a qualche centinaio di chilometri a nord del circolo polare artico. Poco distante dalla costa si trova Bleiksdjupa, il canyon sottomarino profondo circa 2000 metri dove i cetacei transitano nelle loro rotte migratorie. Qui il magistrale intervento dello studio Dorte Mandrup permette un incontro ravvicinato con i giganti leggendari.
Dal mare freddo al “Mare nostrum”: in Italia a Cagliari l’intervento poetico e minimale degli architetti Jari Franceschetto e Marta Tosone ripristina il lungomare di Pula e il delicato sistema costiero. Questo e molto altro nel nuovo numero di Biarchitettura®.